L’economia sociale in un colpo d’occhio
La storia dell’economia sociale in Italia è strettamente legata alle caratteristiche e all’evoluzione del suo sistema di previdenza sociale.
In Italia, le organizzazioni attive nell’economia sociale appartengono a una delle seguenti cinque forme giuridiche:
- cooperative sociali;
- associazioni e fondazioni;
- società di mutuo soccorso;
- società a responsabilità limitata;
- cooperative tradizionali (ad es., cooperative di comunità).
Nel 2017, il numero stimato di imprese sociali ammontava a oltre 102 000, che rappresentavano quasi 900 000 lavoratrici e lavoratori retribuiti e un fatturato annuale di 42 700 milioni di euro.
* Per questo sito web abbiamo incluso la valutazione complessiva del livello di sviluppo, che si basa su dati e informazioni sull’ecosistema dell’economia sociale attualmente disponibili che, pertanto, presenta alcuni limiti. Abbiamo tuttavia ritenuto utile includerla.
** Fonte: EESC/CIRIEC (2016) Recent evolutions of the Social Economy in the European Union (Ultime evoluzioni dell’economia sociali nell’Unione europea). È importante notare che tale stima è al rialzo poiché si fonda sul tipo di organizzazione senza eseguire un controllo più rigoroso di tutti gli elementi della definizione di economia sociale.
Per ulteriori dettagli sulla qualità dei dati, consultare la nota sui dati dell’economia sociale.
Tradizione e origini
La storia delle imprese sociali in Italia risale a quasi quaranta anni fa. Sviluppatesi sulla scia del settore non profit piuttosto sottodimensionato e tradizionalmente incentrato su attività di patrocinio, le imprese sociali sono cresciute in fasi differenti. Nella prima fase, le protagoniste erano le organizzazioni volontarie e le cooperative sociali. Successivamente, associazioni e fondazioni hanno iniziato a svolgere un ruolo sempre più importante migrando verso una posizione più imprenditoriale. Infine, le società a responsabilità limitata si sono qualificate come imprese sociali alla luce dei loro espliciti obiettivi sociali e della governance improntata sull’inclusione.
Negli anni Sessanta e Settanta, un folto numero di attivisti si sono fatti promotori di nuove iniziative dal basso mirate a difendere i diritti di gruppi sociali vulnerabili dai cambiamenti profondi verificatisi all’interno della società italiana. Da ciò è scaturita l’istituzione di nuove organizzazioni, ossia associazioni e cooperative di solidarietà sociale, che facevano fortemente affidamento sui volontari per fornire servizi sociali e integrare le persone svantaggiate nel mercato del lavoro. Il graduale riconoscimento delle organizzazioni volontarie e delle cooperative sociali, così come la crescita e la diversificazione delle esigenze emerse nella società, hanno attratto sempre di più risorse pubbliche.
Di conseguenza, il numero di tali iniziative è aumentato drasticamente nel corso del tempo, stimolando un dibattito collettivo sulle migliori disposizioni organizzative per garantire una fornitura adeguata di servizi sociali e l’impiego di contributi della società civile.
Contesto generale ed ecosistema dell’economia sociale
Quadro politico e giuridico
- Nel 1991, dopo ben dieci anni di sviluppo non regolamentato, le cooperative di solidarietà sociale vennero giuridicamente riconosciute come cooperative sociali. Tale riconoscimento giuridico permise a queste organizzazioni di instaurare relazioni di collaborazione con le autorità politiche e di ampliare e sviluppare questo modello.
- Nel periodo 2005-2006 si assiste all’introduzione di un quadro giuridico più generale che ha creato la categoria giuridica “impresa sociale” per armonizzare il settore in risposta all’affiorare di altri tipi di organizzazione. Ciò consente a una più ampia gamma di soggetti giuridici di ottenere la qualifica di impresa sociale, allargando gli ambiti di attività ammessi.
- Con l’obiettivo di accorpare le imprese sociali al terzo settore, la nuova normativa, emanata nel 2016-2017, ha introdotto alcune modifiche importanti per offrire un quadro comune al terzo settore e alle imprese sociali. Lo scopo della normativa è rendere la qualifica di impresa sociale più accattivante agli occhi delle organizzazioni potenzialmente ammissibili e degli investitori.
Attualmente, l’economia sociale assume cinque forme giuridiche differenti:
- le imprese sociali riconosciute giuridicamente:
- cooperative sociali
- imprese sociali
- imprese sociali de facto
- associazioni
- fondazioni
- cooperative tradizionali che perseguono obiettivi di interesse generale.
Responsabili politici nell’ambito dell’economia sociale
Tra i responsabili politici figurano istituzioni e dipartimenti governativi che progettano o attuano politiche, strumenti di assistenza e misure per le imprese e le infrastrutture sociali, nonché le autorità locali. L’Italia vanta una lunga tradizione di misure rivolte alle imprese cooperative e all’economia sociale a livello sia nazionale che regionale. A queste hanno accesso le imprese sociali, in particolare se istituite come cooperative sociali.
A livello nazionale, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali è responsabile delle politiche in materia di economia sociale. Il Consiglio nazionale del terzo settore promuove, sviluppa e sostiene le organizzazioni del terzo settore per conto del ministero mediante attività, progetti e iniziative in tutto il paese.
L’economia sociale non è sostenuta in egual modo in ogni regione. Le modalità di sostegno regionali e locali adottate sono cambiate nel tempo in virtù degli obiettivi perseguiti da ciascuna regione. Esse spaziano da sovvenzioni all’avviamento di imprese a misure a sostegno del consolidamento finanziario, dagli investimenti all’assistenza alla formazione.
Reti, federazione e organismi rappresentativi
L’ecosistema sociale italiano è plasmato dall’interazione di attori principali che hanno svolto un ruolo rilevante nel riconoscere la specificità di diversi tipi di organizzazioni del settore. Essi hanno inoltre elaborato politiche e misure di sostegno per la replicazione e l’ampliamento, conferendo visibilità al fenomeno delle imprese sociali.
È possibile suddividere tali reti in quattro categorie:
- organismi rappresentativi (ad es., Federsolidarietà, Legacoopsociali, Forum del terzo settore, Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI) );
- consorzi nazionali, regionali e locali (Idee in Rete; Consorzio In Concerto, Gruppo Cooperativo Gino Mattarelli-CGM, Con.Solida, Consorzio Sol.Co Rete di Imprese Sociali Siciliane);
- reti di assistenza (ad es., Misericordie.it | Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia;
- reti che svolgono attività imprenditoriali e incubatori di imprese sociali (ad es., Impact Hub, a|cube, SocialFare).
Il lavoro delle organizzazioni di ricerca e formazione è essenziale per il riconoscimento dell’economia sociale in Italia. Di seguito sono indicate le principali organizzazioni che mettono a disposizione studi e pubblicazioni:
- Istituti di Ricerca sull’Impresa Sociale (Rete IRIS);
- Istituto europeo di ricerca sull’impresa cooperativa e sociale (Euricse);
- Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit (AICCON);
- Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura – Centro Studi Unioncamere;
- Area Studi Legacoop;
- TIRESIA (Technology Innovation and Research for Social Impact);
- Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT, censimento su industria e servizi);
- Osservatorio UBI Banca (Osservatorio UBI Banca su Finanza e Terzo Settore).
Come partecipare all’economia sociale in Italia
- Molte università propongono corsi incentrati sull’imprenditorialità sociale e sull’economia sociale. Per saperne di più, è possibile trovare di seguito tre esempi:
- Master di II livello - Impresa Cooperativa: Economia, Diritto e Management - Dipartimento di Economia (uniroma3.it);
- Master in gestione di imprese sociali e cooperative | BBS (unibo.it);
- Economia sociale e Imprese Cooperative | Corsi di Studio (unibs.it);
- Master GIS - Master in Gestione di Imprese Sociali (mastergis.eu).
- Per approfondire il tema dell’economia sociale è possibile consultare numerose riviste che forniscono gli ultimi aggiornamenti attraverso notizie, progetti innovativi e dibattiti in corso. La principale è probabilmente Vita.
- L’ecosistema italiano dell’economia sociale è in rapida crescita e offre molte opportunità di lavoro che richiedono ogni tipo di competenza (ad es., ricerca, gestione, lavoro sociale) in una serie di settori fiorenti (catering, servizi assistenziali, integrazione sociale e professionale, produzione, edilizia, commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di veicoli a motore, trasporti e immagazzinaggio). È importante avere la giusta motivazione per candidarsi alle opportunità che meglio rispecchiano le proprie competenze e aspirazioni professionali.
Come ricevere assistenza
Se si desidera dare vita al proprio progetto e contribuire ad arricchire la gamma delle attività dell’economia sociale, molte delle organizzazioni menzionate in precedenza offrono assistenza. Si sottolinea che l’elenco fornito non è esaustivo; pertanto, si consiglia caldamente di effettuare una ricerca sugli attori principali presenti a livello locale.
- ItaliaCamp: ItaliaCamp è una nota piattaforma di innovazione sociale che fornisce assistenza e risorse alle imprese sociali. Offre tutoraggio, programmi di formazione e accesso a una rete di figure esperte e investitori. Italiacamp - Insieme per il Paese
- a|cube: a|cube è un incubatore e acceleratore di imprese sociali con sede in Italia. Fornisce un’assistenza completa a imprenditori e imprenditrici sociali, tra cui tutoraggio, accesso a finanziamenti e aiuto per l’ampliamento delle imprese: a|cube - incubazione, accelerazione, impatto (avanzi.org)
- Banca Etica: Banca Etica è appunto una banca etica in Italia che sostiene le imprese e i progetti sociali con un impatto sociale positivo. Offre servizi finanziari su misura delle esigenze di imprenditori e imprenditrici sociali e predilige gli investimenti in linea con obiettivi sociali e ambientali. Homepage - Banca Etica
Finanziamenti
Per accedere ai finanziamenti e valorizzare la propria attività di economia sociale, è possibile indirizzarsi su fondi pubblici o privati:
Fondi pubblici
In termini di interventi nazionali, le misure di sostegno più significative per le imprese in Italia si concentrano sugli investimenti. Tali misure assumono la forma di incentivi fiscali o la fornitura di garanzia pubbliche, quale il “Fondo di garanzia” disciplinato dalla Legge 662/96.
Tra gli interventi più recenti e degni di nota figura la missione affidata dal ministero dello Sviluppo economico a Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) a sostegno della crescita delle imprese che svolgono missioni di interesse generale o attività di impatto. La dotazione di bilancio assegnata era pari a 223 miliardi di euro. Per saperne di più, visitare il sito web qui.
In aggiunta al sostegno nazionale, sono presenti anche misure regionali progettate appositamente per le piccole e medie imprese (PMI). Queste misure intendono coadiuvare le start-up e gli investimenti. Di frequente, assumono la forma di contribuiti accessibili a tutti i tipi di impresa, comprese le imprese sociali. L’importo specifico e i metodi di intervento variano da regione a regione.
L’Italia vanta una lunga tradizione di attuazione di misure rivolte in particolare alle imprese cooperative e al settore dell’economia sociale. I metodi di sostegno si sono evoluti nel corso del tempo sulla base degli obiettivi specifici perseguiti da ciascuna regione, spaziando da sovvenzioni all’avviamento di imprese a misure per promuovere la stabilità finanziaria e fornire sostegno per investimenti e formazione.
In generale, in Italia sono disponibili diverse misure di sostegno a livello nazionale e regionale. Il loro scopo è agevolare la crescita e lo sviluppo delle imprese, tra cui le imprese sociali. Hanno fulcri di interesse e approcci diversi che dipendono dalla regione o dagli obiettivi specifici.
Fondi privati
Per beneficiare di fondi privati, occorre progettare le proprie esigenze e presentarle al fornitore pertinente. Possono fornire sostegno numerose banche o altri intermediari finanziari, tra cui:
- banche tradizionali (ad es., Unicredit, UBI Banca Gruppo Intesa Sanpaolo);
- banche orientate al sociale (ad es., Banca Etica Homepage - Banca Etica);
- banche specializzate (ad es., Banca Prossima Terzo settore e No Profit: Banca Prossima diventa Intesa Sanpaolo);
- Cooperazione Finanza Impresa (CFI) è un investitore istituzionale privato che opera come cooperativa.
- strumenti innovativi per la finanza sociale (ad es., Oltre Venture Oltre Impact, i prestiti obbligazionari di UBI Banca Green, Social and Sustainable bonds (ubibanca.it))
È inoltre possibile prendere in considerazione altri tipi di finanziamento, come il crowdfunding o i microfinanziamenti, che possono rivelarsi soluzioni molto efficaci in fase iniziale per poi favorire l’ampliamento. Per i microfinanziamenti, Banca Etica è molto attiva su questo fronte: qui sono disponibili maggiori informazioni. Eppela può aiutare invece in merito alla realizzazione di campagne di crowdfunding; è possibile trovare maggiori informazioni qui. Sottolineiamo che questi esempi sono indicativi e che il mercato è molto ricco e in constante evoluzione.
Uno sguardo all’ecosistema dell’economia sociale in Italia
Le reti menzionate qui sotto possono fornirvi ulteriori informazioni sull’economia sociale in Italia, quali articoli, pubblicazioni, mappe, ultime notizie ed eventi futuri.
- EURICSE (Istituto Europeo di Ricerca sulle Cooperative e le Imprese Sociali) ha lanciato un portale statistico interattivo che offre dati dettagliati sul numero di organizzazioni, sull’occupazione e sulla distribuzione geografica dell’economia sociale in Italia. Il portale aggrega dati ufficiali provenienti da diverse fonti per supportare la ricerca e lo sviluppo di politiche. Scopri di più visitando la portale SOCIAL ECONOMY IN ITALY - Euricse
- RIES - Rete Italiana Economia Solidale | Rete Italiana Economia Solidale (rete-ries.it)
- | economiasolidale.net
- Consigliamo inoltre di visitare i siti web di tutte le reti e le organizzazioni di ricerca di cui sopra (vedere la sezione Reti, federazione e organismi rappresentativi).
- Consigli consultivi nazionali sugli investimenti a impatto sociale GSGII (Global Steering Group for Impact Investment). La rete dei consigli consultivi nazionali riunisce figure esperte di vari ambiti: investimenti, politica pubblica e innovazione sociale e ambientale. Il loro ruolo è promuovere e agevolare lo sviluppo di investimenti a impatto sociale nei paesi in cui operano. Italy - GSG (gsgii.org)
Relazioni
- Le imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa, relazione nazionale, Commissione europea, 2019 https://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=16380&langId=en
- L’economia sociale in Italia. Dimensioni, caratteristiche e settori chiave, EURICSE & ISTAT: L’economia sociale in Italia (istat.it)
- Mappatura degli ecosistemi sociali e della solidarietà nel mondo, OCSE, 2023: SSE CFS_Italia (oecd.org)
- Analisi del quadro giuridico – Relazione nazionale: Italia, Cooperatives Europe, 2021 (Quadro giuridico per le cooperative): ANALISI DEL QUADRO GIURIDICO (coops4dev.coop)